lunedì 5 aprile 2010

CIAO DON MOSCA

Non scrivo in questa pagina da due anni ormai, torno a farlo oggi perchè per me la scomparsa di Maurizio Mosca è qualcosa di più di un semplice lutto all'interno del mondo del giornalismo.


"Buongiorno Dott. Mosca..." così gli dissi il primo giorno di lavoro insieme, quando sedevo nella scrivania di fronte alla sua e muovevo i primi passi a livello televisivo. Mai dire Gol era lontano, prima di andare in onda (io neanche ci pensavo) c'era da rimboccarsi le maniche e fare tanta "cucina", come si dice in gergo. Non potevano affidarmi a maestro più grande in tal senso, uno che la tv la conosceva bene. Avevo superato il mio colloquio, dovevano presentarmi a lui.




IL PRIMO INCONTRO
"Buongiorno Dott. Mosca...." dissi timidamente.
"Ma ma... Dall'o! Chi è questo qui?!?" rispose rivolgendosi ad un collega, compagno di mille giornate, e sfuriate, passate al fianco di Don Maurizio.
"Come chi è?!? E' Alan Tonetti!" confermò Dall'o.
"E cosa vuoi?!?" mi disse guardandomi negli occhi.
"Mah - risposi io in discreto imbarazzo - sarei qui per lavorare con lei...".
"Ooooohhhh!!! - aggiunse toccandosi la fronte come se l'avessero ferito nello stile di "Ah, come gioca Del Piero" - Diamoci del tu, preparami subito un pezzo sulla crisi dell'Inter poi fammelo vedere. Dai - aggiunse digrignando i denti come faceva mille volte al giorno - muoviti, schiavo!". Sorridevo, era esattamente come l'avevo sempre visto in tv.

LA MIA PRIMA DOMANDA
"Maurizio, va bene così?" gli dissi porgendogli il foglio con la mia prima stesura di articolo.
"Coumeeeee?!?!?!?" mi rispose.
Non riuscivo a trattenere le risate, era il periodo del tormentone, quando lo prendevano in giro per questo suo modo di dire; pensavo lo facesse apposta in tv, mi sbagliavo.
"Il mio articolo sulla crisi dell'Inter...." sottolineai.
Lui lo prese, forse si mise a leggere la prima riga, forse, poi mi rispose secco: "Ma no no no! Cos'è questo schifo?!? Riscrivilo completamente, e non farmi più vedere questa merda!".

Oddio, cominciamo bene!!!

Su consiglio dei colleghi cambiai la prima riga e glielo riconsegnai identico in tutto il resto un quarto d'ora dopo. Lui mi fece i complimenti.
I miei aneddoti potrebbero andare avanti molto, magari lo farò nei prossimi giorni.

Don Mosca era così, prendere o lasciare.

Mercoledì andrò a portargli l'ultimo saluto. Mi mancherà.

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